Descrizione
E’ il momento di un nuovo partito socialista:
In tutti questi anni, ci hanno raccontato che non ci serviva lo Stato, e che l’Unione Europea ci avrebbe salvato: hanno accettato Maastricht e poi Lisbona, scavalcando la nostra Costituzione per imporre l”ideologia di Reagan e della Thatcher.
Sono 25 anni che ci danno questa medicina, e i risultati sono disastrosi.
Lo smantellamento dello Stato sociale e delle imprese di Stato non ha eliminato la corruzione: il nostro capitalismo è rimasto dipendente dalle sovvenzioni e dai favori politici, e all’innovazione e alla ricerca ha preferito il saccheggio delle rendite, come le Autostrade.
La nostra economia riesce a esprimere eccellenze, ma anche interi settori che sopravvivono solo grazie alla distruzione dei diritti dei lavoratori, se non allo schiavismo. Gli enti locali e lo Stato sono schiacciati dai vincoli europei, che rendono impossibile anche l’ordinaria amministrazione: e nel momento in cui compare una vaga possibilità che le politiche economiche cambino, lo spread ci rimette in riga.
Ma a fallire non è stato solo il progetto europeo dell’Italia: è tutta l’Unione Europea ad essere un fallimento.
La distruzione della Grecia ha mostrato l’insostenibilità dei Trattati europei , che dividono i popoli d’Europa sia sulle questioni politiche sia sociali: i Governi europei e i tecnici di Bruxelles prendono decisioni politiche senza confrontarsi con la democrazia, se non per guadagnare qualche voto a casa battendo i pugni nei vertici europei: l’Euro viene gestito soltanto secondo gli interessi della Germania, e si sta rivelando insostenibile per le nostre economie e i nostri sistemi sociali.
E nell’Europa degli Stati che rinunciano alla loro sovranità, alcuni Stati rimangono più sovrani degli altri. Chi favorisce le delocalizzazioni, come quelli dell’Est, prende i soldi, e può violare i diritti umani senza nessuna conseguenza. Chi invece costa troppo e deve fare le riforme strutturali, deve soffrire perchè la concorrenza tra lavoratori è strutturale e voluta.
L’Unione Europea non riesce nemmeno a rispondere alle sfide epocali per cui sarebbe nata: di fronte al collasso economico e all’esplosione demografica dell’Africa Sub-sahariana, l’Europa riesce solo a discutere se sia meglio trasformare l’Italia in un carcere a cielo aperto o lasciar morire gli immigrati in Libia e in Niger; di fronte alla sfida di Trump sui dazi e sull’Iran, Bruxelles emette deboli proteste; di fronte alla tensione crescente con la Russia in questi ultimi anni, l’Europa si è addirittura accodata.
L’unico risultato di questi 25 anni di politiche ordoliberiste, in Italia come in Europa, è la distruzione della lotta di classe e del potere dei lavoratori, e lo smantellamento della loro capacità di esprimersi democraticamente e di difendersi dal mercato.
Manca lo Stato, manca la Sinistra
E’ stata la scomparsa dello Stato, in questi ultimi 25 anni, a provocare la scomparsa della Sinistra.
Non la scomparsa di uno Stato qualunque, ma di quello Stato del Benessere e dei Diritti costruito dalla lotta di classe delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Occidente e dalla sconfitta dei fascismi dopo la Seconda Guerra Mondiale, sancito nelle Costituzioni come la nostra del 1948.
Noi non abbiamo paura di dire che lo Stato costituzionale serve prima di tutto alle classi popolari: i diritti sociali e politici delle lavoratrici e dei lavoratori sono esistiti solo nello Stato costituzionale nazionale. Non abbiamo paura di dire che lo Stato deve essere diverso e migliore rispetto a quello di oggi: anche perchè il neoliberismo e l’ordoliberismo non hanno bisogno di uno Stato minimo, hanno bisogno di uno Stato forte che distrugga, anche con la violenza, chi si oppone alla libera concorrenza, come è successo alla Grecia e, prima ancora, in forme diverse a Genova nel 2001.
Serve una sinistra che sappia riconoscere i problemi epocali che abbiamo davanti, e che non abbia paura di dire che dobbiamo tornare a costruire uno Stato del Popolo. Non una sinistra di buoni sentimenti, che si propone di rappresentare chi sta male: ma uno strumento concreto degli oppressi per riprendere il controllo delle loro vite.
Vogliamo costruire una sinistra nuova: per questo partecipiamo a Potere al Popolo, e per questo abbiamo lanciato un appello a unire la sinistra di classe e la sinistra sovranista, non sulla base di gruppi e gruppetti, ma di un programma per il futuro: una sinistra che sappia esprimere e rappresentare le lotte delle classi popolari, dei disoccupati e delle nuove soggettività sociali (donne, immigrati, giovani e precari), e anche mettere al centro della sua azione la riconquista della capacità di agire e decidere dello Stato.
Un nuovo socialismo, come quello
che stanno costruendo con coraggio
Sanders, Corbyn, Melenchon, Lafontaine
Ocasio, Salazar e la sinistra latinoamericana.
Un socialismo che riporti il Popolo
nel cuore dello Stato e rimetta lo Stato
al servizio del Popolo.
Una sinistra socialista, patriottica
ed internazionalista al tempo stesso,
che riparta dalla migliore tradizione
del movimento operaio, socialista
e comunista, italiano.
Una Sinistra che risponde a questi 25 anni di distruzione dei diritti dei lavoratori affermando il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro, il diritto a un lavoro più umano e il diritto a un lavoro garantito e di qualità.
Una Sinistra che riconosce il ruolo dello Stato nel proteggere i suoi cittadini, dalle minacce che hanno davanti e anche da sé stesso: che combatta le Mafie e il crimine, quello violento che infesta le periferie, quello dei colletti bianchi e della corruzione e anche i soprusi fatti dallo Stato stesso.
Una Sinistra che metta in discussione il nostro modello di sviluppo, perchè solo lo Stato può riconvertire in senso ecologico la nostra economia, evitando il disastro ambientale e costruendo una società “diversamente ricca”.
Una Sinistra che alle sfide epocali delle migrazioni risponde affrontando le loro cause: lo sfruttamento economico imposto proprio dai Paesi occidentali, le guerre imperialiste e neocoloniali, la crisi ambientale, il fabbisogno di schiavi nell’assenza di diritti e controlli per alimentare industrie decotte.
Una Sinistra che chiude con una NATO e una Unione Europea fallimentari, per costruire una nuova Confederazione Europea, che cooperi con la Russia, il Mediterraneo, il Medio Oriente e l’Africa. Il recupero della sovranità costituzionale degli Stati è la premessa necessaria costruire un’Europa di ben diversa natura, economica, sociale e politica: un’Europa di pace, piena occupazione e diritti sociali.
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