di Franco Bartolomei, coordinatore nazionale, Risorgimento Socialista

Il compagno Michail Gorbaciov è morto ieri a Mosca, vecchio e solo: io gli ho sempre voluto bene , ed ho ritenuto il suo tentativo di grande riforma del Socialismo Reale un progetto gigantesco che se realizzato avrebbe potuto costituire la premessa di una grande vittoria di tutto il movimento dei lavoratori.

Di fronte alle stronzate sfacciate che ho letto in giro dico la mia.

Il tentativo di Gorbaciov era di aprire e democratizzare l’Unione Sovietica , depotenziando il ruolo dominante del PCUS e costruendo uno Stato di Diritto con centri direzionali plurali ed aperto, riaffermandone contemporaneamente la sua natura rigorosamente Socialista nei rapporti economici e sociali. Più o meno il disegno di Dubcek di 30 anni prima.

Se questo progetto fosse riuscito , e non fosse stato distrutto da forze ex Comuniste passate al soldo degli Americani , capeggiate da Eltsin e Schevarnadze, e da forze criminose e mafiose direttamente in contatto con la CIA, il mondo oggi sarebbe molto più libero, democratico, pacifico, e Socialista, ed i processi di globalizzazione, che comunque sarebbero iniziati in conseguenza della apertura commerciale del mercato globale implicata dalla Perestroika avrebbero avuto una natura contrattuale ed interstatuale, che sarebbe andato in parallelo ad un processo di distensione globale.

Gorbaciov purtroppo è giunto al potere in ritardo, quando la struttura politica organizzativa e culturale del PCUS era talmente indebolita da non essere più in grado di reggere e pilotare un processo di cambiamento e di autoriforma di quelle dimensioni e di quella radicalità ( come invece era in grado al contrario di gestire il Partico Comunista Cecoslovacco nel 68), ed inoltre ha mostrato nel momento della crisi del processo che aveva avviato una debole capacità decisionale, una visione eccessivamente illuministica dei processi in atto, ed una visione esclusivamente etica dei rapporti politici che lo ha reso incapace di reazioni adeguate, e lo ha portato a non riflettere adeguatamente sulle conseguenze che l’incedere del suo disegno avrebbe potuto scatenare.

Il fallimento del suo disegno, che aveva un senso profondo, ha rappresentato una autentica tragedia per tutto il movimento dei Lavoratori mondiale.

I problemi posti da Gorbaciov sul tavolo sono tutt’ora validi di fronte ad un mondo capitalistico che si avvita in termini autoritari e bellicistici per risolvere la propria irreversibile crisi strutturale ed un mondo alternativo, capeggiato da Russia e Cina che mentre riescono ad affermare con successo una realtà multipolare in grado di sconfiggere l’ imperialismo Atlantico, ancora non hanno individuato un modello politico istituzionale che possa costituire un punto di attrazione generalizzato per tutti i popoli , anche soprattutto europei, in grado di coniugare in modo compiuto ed integrato tutti i valori civili e morali delle due grandi rivoluzioni dell’Umanità , l’89 francese e il’17 Sovietico.

Su questo terreno di prospettiva le idee e le speranze di Gorbaciov al di là della sua drammatica sconfitta avranno molto da dire nel futuro , come continuazione di quel sentiero politico che prima di lui hanno tracciato all Umanità ,con risultati forme tempi e luoghi diversi, grandissimi dirigenti del movimento Comunista internazionale come Bucharin , Dubcek , Kardelj e Deng Xiao Ping , a cui noi Socialisti di Sinistra abbiamo sempre guardato con estremo interesse e grande speranza.

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