Di Gaetano Colantuono
Orologi che scorrono
orologi che picchiano
orologi che segnano lo scacco
lo scarto
lo scoccare di 1 nuova fase
di vita
di tempo solare
fra ricordi e progetto
fra nostalgia e attese
fra pensieri speranze e paure
paure paure paure
e utopie
che vengono da lontano
e non si fermeranno
Orologi a più piani
orologi sfasati
campane antiche
rintocchi inauditi
che il vento ha portato
da chissà dove
e pochi hanno avvertito.
Si tratta forse del segnale
convenuto
e poi dimenticato,
perduto per strada dal pellegrino
divenuto turista?
Orologi che indicano il tempo,
orologi senza tempo,
orologi di 1 tempo senza senso
per il fratello sfruttato
trascurato
per la sorella reificata
merce di scambio
merce di furto
merce di marketing
privato
pubblicitario
omologante
solitudinario
per 1 eterno presente
che è fallimento
1 mezzo compromesso
1’esistenza “a progetto”
1’esistenza senza progetto.
Orologi che ritornano al tempo
orologi che non regolano il tempo
orologi che proclamano
il tempo è questo,
il mondo è solo questo, la nostra storia è adesso,
non abbiamo vita da perdere
invano
non la nostra
e neppure quella di ogni dannato
da ogni “libero mercato”
di ogni innocente imbrattato
di ogni compagno sconfitto
licenziato processato incarcerato
processato processato processato
di ogni umano umiliato.
Orologi che fremono
orologi che attendono
orologi che battono
come tamburi di rivolta
come onde radio
volano sui mari e raggiungono
silenzi operosi
lotte dimesse
sentimenti di riscatto
che vengono da lontano
e non si fermeranno
18-01-2006, pomeriggio, domi
Prima pubblicazione in Comitato Verità e Giustizia per Genova (a cura di), Genova, luglio 2001: io non dimentico, Ed. EsseZeta-Arterigere, Varese 2006, pp. 11-13.