SOLIDARIETA’ ALLE MAESTRE E AI MAESTRI DIPLOMATI MAGISTRALI PRIVATI DEL LAVORO.

Scuola Materna Statale, lo scandalo delle maestre e mastri diplomati magistrali tagliati fuori (foto: Repubblica.it)
Risorgimento socialista è solidale con le maestre e i maestri coinvolti in questa vicenda paradossale, tutta giocata sull’incertezza del diritto scolastico fra interventi oscillanti della magistratura e inadeguatezza della classe dirigente politica.
Una nuova ondata di ricorsi e controricorsi si abbatterà sulla scuola pubblica e con essa una sorta di condanna al caos per ciò riguarda una delle principali infrastrutture democratiche. Lo testimoniano le pessime “riforme” dalla legge dell’autonomia scolastica in poi, passando per i tagli delle destre berlusconian-leghista e per l’insostenibile legge 107-2015 del PD.
Anche qui, “dov’era il NO, faremo il nostro sì” (Franco Fortini).
LA SCUOLA DELL’INFANZIA FRA PROGETTO DIDATTICO E WELFARE SOSTITUTIVO
La scuola dell’Infanzia ha subito molte trasformazioni dal lontano 1968, data in cui è stata istituita la Scuola Materna Statale. Di passi avanti ne sono stati fatti, certo. Poi, però, questo impianto si è completamente arenato, dando sempre meno importanza a questo primo livello scolastico che getta le basi per la crescita e lo sviluppo armonico dei bambini, attraverso l’acquisizione dei prerequisiti utili per la frequenza al grado successivo.
Ogni anno sono diminuiti sempre di più i finanziamenti pubblici, atti ad acquistare materiale didattico, arredi, strumenti per permettere ai bambini di effettuare esperienze attraverso le quali si formano il carattere, la personalità, il gusto e il sapere….
Ad oggi, nella maggior parte dei casi, gli insegnanti, unitamente ai genitori, devono barcamenarsi tra mercatini o iniziative di ogni specie per cercare di recuperare quel minimo di risorse per l’acquisto di giochi e materiale didattico. In molte scuole si sta adottando un orario prolungato (dalle 8.00 alle 17.00) per venire incontro alle esigenze familiari e cercare di non appesantire il difficile menage familiare, in molti casi precario: ciò per permettere così ai genitori di lavorare senza gravarsi di spese di baby sitter o pesare su altri familiari.
IL CASO DELLE MAESTRE DIPLOMATE ANTE 2001: NUOVE ESODATE?
Nella scuola dell’infanzia operano docenti qualificati, in molti casi laureati e vincitori di concorsi pubblici, ma anche semplici diplomati che, negli anni, hanno acquisito esperienza reale e sono a tutti gli effetti degli ottimi docenti. Si tratta dei diplomati al “vecchio” istituto magistrale, un diploma finora ritenuto, anche dai giudici, abilitante: a quanti avevano ottenuto il titolo entro l’a.s. 2000-2001 era stata data l’opportunità di essere inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento [GaE] e così ottenere supplenze e, nel caso, anche il sospirato ruolo.
La situazione che oggi, con la sentenza negativa della Plenaria (20 dicembre scorso), andrà a vivere la scuola dell’infanzia è incerta, se non penosa: quei docenti sono espulsi e diventano “abusivi” salvo superamento di un concorso. Molte e molti insegnanti si troveranno a perdere il posto di lavoro, declassati in seconda fascia per le supplenze, senza poter più garantire continuità ai bambini che fino ad oggi hanno accudito e formato. Si tratta di insegnanti diplomati e abilitati che hanno dato anima e corpo alla scuola per vocazione, hanno dato disponibilità per supplenze e si sono impegnati nella realizzazione di tanti progetti proposti dalle singole scuole, talvolta anche di più dei titolari, proprio per affermare la loro competenza.
IL SOLITO STATO ITALICO: FORTE CON I DEBOLI…
Molti di essi si sono diplomati prima del 2001, hanno oltre 40 anni di età e si sono sempre sobbarcati l’onere di essere trasferiti da un plesso all’altro per sostituire i docenti titolari di cattedra, bene adempiendo ai loro impegni. Sostenere un concorso equivarrebbe a rimettere in discussione tutto ciò che fino ad oggi, questi illustri colleghi, hanno fatto, il loro operato, e, tra l’altro, sappiamo bene che i concorsi non sono atti a formare degli ottimi insegnanti, ma, soltanto a valutare le loro competenze sulle varie discipline o, nel caso dell’infanzia, a sapere a memoria il testo delle ultime Indicazioni Nazionali.
Chiunque, con un minimo di memoria, potrebbe imparare dei testi, ma, la dedizione, la predisposizione, l’esperienza acquisita, nessun concorso è in grado di valutarle. Se davvero questi insegnanti dovessero essere “retrocessi” e si negasse loro la possibilità di rimanere nelle GaE, la scuola dell’infanzia perderebbe una bella fetta di professionalità, a discapito dei piccoli che meritano solo di essere educati e formati da personale amorevole e preparato, attraverso gli anni di esperienza acquisita.
Una maestra solidale con le colleghe
Per ulteriori informazioni:
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