di Alberto Benzoni
UNA PETIZIONE INUTILE, MEGLIO UNA DIFFIDA
In questo momento, i vari comitati locali per il No stanno raccogliendo firme a sostegno del proporzionale. Lo fanno fiaccamente e con esiti non propriamente esaltanti.
Pesa, naturalmente, al riguardo, una legittima stanchezza: quella di chi firma, sostiene, diffonde da anni appelli di ogni ordine e grado. E nella crescente consapevolezza che questi cadranno per lo più nel vuoto, una volta esaurito lo sforzo nel firmarli.
Peserà, anche, anche se non è il caso di infierire su questo punto, una sorta di “difficoltà ambientale“: dovuta al fatto che la sinistra italiana, nata anche all’insegna della difesa del proporzionale (come dello stipendio ai deputati, insieme ad altre misure atte ad evitare che la politica fosse dominata dalla forza del danaro privato) si è progressivamente scoperta, una volta diventata forza di governo, un’insana passione per il maggioritario.
Ma, forse, qualcuno avrà anche la sensazione di stare sfondando una porta aperta. Perchè, dopo la duplice bocciatura del Porcellum da parte della Corte e dell‘Italicum da parte del popolo sovrano ( fino a prova contraria, naturalmente…) e data la natura radicalmente tripolare del nostro sistema, la possibilità che centro-destra o centro-sinistra o M5S superino il 40% è vicina allo zero. Con la conseguenza che la distribuzione dei seggi sarà, appunto, proporzionale.
E allora tutti fermi e zitti ? E, soprattutto, tranquilli ?
Non so voi, ma io non lo sono affatto. Conosciamo tutti la nostra classe di governo. E la sua vocazione alla menzogna, anzi alla malafede: intesa come predisposizione a credere alle menzogne che dice.
E’ in omaggio a questo malsano principio che oggi ci si comporta, in ogni campo, come se il referendum del 4 dicembre con il suo spirito proporzionalista, non fosse mai esistito. Rimane, certo, agli atti la duplice sentenza della Corte sul Porcellum e sull’Italicum; ma siamo propri sicuri che la possibilità di raggiungere la maggioranza assoluta partendo da quella relativa non possa essere raggiunta per altre vie?
Naturalmente, al dunque, queste vie non si materializzeranno, perchè si è consapevoli della loro automatica bocciatura da parte delle opposizioni; o più semplicemente, perchè non c’è legge al mondo che possa superare l’eccezione di incostituzionalità in un contesto, politico ed elettorale, perfettamente tripolare.
Perchè allora i maggiorenti del Pd, così come quelli dell’art.1 insistono non dico nell’avvelenamento dei pozzi ma sicuramente nell’intorbidimento delle acque ?
C’è, lo abbiamo già ricordato, il nuovo culto per il maggioritario.
C’è la nostalgia canaglia per i favolosi anni novanta, quelli dell’Ulivo mondiale e anche quelli del Mattarellum, sistema elettorale che compenetrava mirabilmente meriti e bisogni. I meriti essendo quelli della Quercia che conservava un diritto di ultima istanza nella distribuzione delle candidature e sulla scelta dei candidati; i bisogni essendo quelli dei Cespugli cui veniva garantita una presenza parlamentare al di là della loro consistenza effettiva.
Ma c’è, in definitiva, anche qualcosa di molto più grave: il rifiuto da parte del gruppo dirigente Pd di fare i conti con una realtà che lo vincola ( come vincolerebbe chiunque altro) ad un governo di coalizione e di grande coalizione. Parafrasando uno degli slogan più vacui dei primi anni novanta, “o di quà o di là“, “o con questi o con quelli“: o una qualche intesa con il M5S oppure con Berlusconi e con i suoi alleati”.
Logico che Pd e consorti rifiutino preventivamente sia l’una che l’altra via. Ma dovrebbero sapere che al bivio dovranno prima o poi arrivarci. Sarebbe, allora, un atto di responsabilità politica nei confronti del popolo italiano arrivarci preparati, avendo esaminato e discusso coram populo le varie opzioni e le eventuali ragioni della scelta. Perchè il bivio rimarrà: e il tentativo di trasformare una delle due strade in un vicolo cieco, magari attraverso la distruzione dei grillini per via giudiziaria, ci pare, insieme, votato all’insuccesso e intrinsecamente eversivo.
Così come non pensiamo che possa reggere a lungo la pretesa, anch’essa vagamente antidemocratica, del M5S di arrivare al 50% da soli e in obbedienza alla più rigida castità politica.
Da che mondo e mondo, almeno nell’Europa della democrazia liberale, le coalizioni si fanno prima, alla luce del sole e pagando i prezzi necessari. Non esiste il farle dopo, per combattere il baubau populista o, peggio, “perchè ce le chiede l’Europa“.
Ora, la cortina fumogena del Pd sta preparando proprio questo tipo di scelta.
E, allora, se possiamo e dobbiamo fare qualcosa per scongiurare questo infausto sbocco o quantomeno per illuminare il percorso in quella direzione, le petizioni non servono.
Servono, piuttosto, le diffide: ” O rispettate, qui ed ora, l’impegno che avete assunto nei confronti delle istituzioni e del popolo, di dare al paese una legge elettorale conforme alle prescrizioni della Corte, o vi citiamo davanti all’autorità giudiziaria“.
Ai costituzionalisti il definire l’oggetto e le motivazioni della denuncia. Dando, comunque, per certo il suo effetto deterrente …