Contributo dato dal compagno Felice Besostri  alla presentazione del libro del compagno prof. Nunzio Mastrolia, ”NO ALLO SFREGIO DELLA COSTITUZIONE”

nobesostri

Non sono riuscito ad tornare in tempo dall’estero per partecipare a questa presentazione della pubblicazione curata da Nunzio Mastrolia “NO allo Sfregio della Costituzione”.

Sorprende che lo sfregio dopo essere consistito nella sua non attuazione sistematica, come, per esempio, con una regolamentazione dei partiti  richiesta dall’art. 49 Cost., di cui mi occupo nel mio contributo a questo lavoro collettivo, sia operato con una revisione costituzionale che si ha l’impudenza di chiamare riforma. Sarebbe proprio il caso, che ci fosse, ma richiederebbe una coscienza democratica negli organi di controllo, che è merce rara. Lo diceva Sant Just, che c’è un paradosso nella democrazia, che richiede daui molti le virtù che sono normalmente di pochi.

In teoria esiste un controllo materiale di costituzionalità sulle norme formalmente costituzioinali, ma le vicende successive alla storica sentenza  n. 1/2014 di annullamento parziale della legge n. 270/2005 dimostrano, che si è avuto paura dell’espansione del principio del diritto di ogni cittadino di votare secondo Costituzione.

Si sarebbe scosso dalle fondamenta un sistema elettorale, anzi sistemi elettorali fatti per escludere i cittadini e pensare che sono loro i destinatari dell’art. 49 Cost, non i partiti, che decidono chi candidare e chi eleggere, anzi per questi obiettivi hanno compiuto anche scelte suicide come nelle elezioni del 2001, pur di salvare  qualcuno di loro. Errori compiuti dal centro-sinistra nel 2006 indebolendo la presenza al Senato, come se non fossimo un sistema bicamerale paritario.

Dove era la Presidenza della Repubblica quando ha consentito che un Parlamento eletto con legge costituzionale vi ha messo mano, autorizzando la presentazione di un dddl costituzionale di un governo.

Dove era la Presidenza della Repubblica quando ha di fatto tollerato che una legge in materia elettorale, che incide anche sulla forma di governo, appena due  finora si stata approvata con un voto di fiducia in violazione dell’art. 72 c. 4 Cost..

Dove sarà la Corte Costituzionale quando dovrà esaminare le ordinanze di rimessione, purtroppo appena due, sui diciotto tribunali tempestivamente aditi.

Quello che preoccupa non sono le decisioni negative fondate sul fatto che i ricorsi sono stati proposti prima del 1° luglio 2016, come se la legge non fosse entrata in vigore il 23 maggio 2015, ma la mancanza di decisioni, spesso a mesi di distanza dalla riserva di decisione.

E’ l’intera sistema di garanzie che non assicura di avere un giudice precostituito per legge e un ricorso efficace. Le incostituzionalità di leggi elettorali regionali od per il Parlamento Europeo possono essere fatte valere soltanto dopo lo svolgimento delle elezioni.

Se le leggi elettorali sono costituzionalmente necessarie esse devono essere necessariamente costituzionali, votare con una legge elettorale di sospetta costituzionalità incide gravemente sulla libertà di voto.

Nel dibattito tra il SI’ e il NO alla revisione non si vuole affrontare il merito, ma suggestioni del tipo “meglio una cattiva revisione che nessuna revisione”.

L’obiettivo è chiaro il governo e i suoi sostenitori sanno che ci sono norme inapplicabili come quella di eleggere con metodo proporzionale un senatore tra i consiglieri regionali.

Lo sanno, ma voglio porvi rimedio con le nuove Camere ed in particolare con un Senato depotenziato, almeno finché in 17 regioni ci saranno maggioranze omogenee al governo.

L’attacco al prima parte è iniziato con la modifica dell’art. 81 Cost e collegati. I diritti fondamentali potranno essere garantiti soltanto se ci sarà compatibilità finanziaria.

La sovranità che appartiene al popolo non si esercita più per l’elezione del Senato e degli organi delle Province e delle Città Metropolitane.

L’esecutivo controlla il Parlamento, cioè si è intaccata la divisione dei poteri, in modo non consentito da una forma di governo presidenziale, Pensare che nella dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino era detto che un paese che non conosce la garanzia dei diritti e la divisione dei poteri non ha Costituzione.

Non è che l’inizio, ma non hanno calcolato la crescita di una coscienza democratica e la deforma costituzionale non passerà.

Cherbourg, 21 luglio 2016

 

Felice Besostri

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