Una volta , molti anni fa, la “sinistra socialista” nella pubblicistica, coincideva con il “frontismo” . Nenni a cavallo tra gli anni 40 e 50 e suoi seguaci era chiamato , nel linguaggio popolare, “socialicomunista”. Ma poi si è visto che c’era una sinistra socialista nulla affatto “frontista” Lombardi, Santi, Giolitti, in Italia, Gilles Martinet ed il PSU francese (prima di Epinay) , la sinistra laburista inglese. Il frontismo , che nacque come risposta difensiva all’avanzare del nazifascismo in Europa degli anni 30 (e cessò con il patto Ribentrop-Molotov) in Italia si qualificò come piena subalternità del PSI al PCI (dal 1948 al 1956) sul piano, poitico, culturale e geopolitico. Nenni ruppe con Togliatti (ma mantenne un patto di consultazione fino al 1964) ma furono Lombardi, Giolitti, Santi e Codignola che fornirono i presupposti culturali dell’autonomismo socialista (non lo inventarono i craxiani!) sulla base di una presa di coscienza delle differenze, nella sinistra, tra il PSI e il PCI, senza cadere nell’anticomunismo. Fu coniato (ma il termine è del filosofo esistenzialista francese Merlau-Ponty) da Lombardi il termine a-comunismo. Serviva a tracciare una netta linea di demarcazione dall’anticomunismo centrista e conservatore, riconosceva il dato che PSI e PCI avevano referenti sociali comuni, considerava non socialiste le società di stampo sovietico (lo stesso totalitarismo era conseguenza di un modello in cui una burocrazia onnipotente dominava sui lavoratori e l’intera società. Ma riconosceva le potenzialità evolutive e la specificità del PCI pur nella critica. Anzi un forte PSI poteva spingere il PCI ad evolvere….del resto lo stesso Saragat rifiutò sempre di considerarsi anticomunista.
Ma diamo uno sguardo più generale ed ad una cronologia più recente. Nella socialdemocrazia ci sono sempre state due tendenze , una attenta alla governabilità, l’altra radicale attenta alla trasformazione sociale ed alla attualità dei principi del socialismo democratico. Olof Palme e Helmut Schmidt sono le due facce. Schmidt (ma rispetto a Blair era quasi sovversivo) era la tendenza moderata. Olof Palme (critico del comunismo – la Svezia aveva l’Urss di fronte e molti rifugiati olitici) la tendenza più radicale. Così Callaghan e Benn nel Labour. Per tanti anni hanno convissuto nel quadro di determinate condizioni storiche (c’è poi molto da approfondire) ….è con la mutazione del capitalismo che Ruffolo individua nel 1981 con la liberalizzazione del movimento dei capitali e una modernizzazione (termine molto ambiguo) tutta a vantaggio del capitale che inizia il processo di scollamento della socialdemocrazia inizialmente graduale. L’egemonia neoliberale inizia negli anni 80, ma ha il suo culmine tra il 1992 (dopo la caduta dell’URSS e l’emergere della Cina) e la grave crisi del 2007-8 …che succede nel socialismo europeo? Mario Soares uno dei leader più autorevoli del socialismo europeo, disse, quando molti lo esaltavano, che Blair esprimeva un thatcherismo mascherato..basato sulla piena accettazione della globalizzazione del capitalismo finanziarizzato ….riemerge la “modernizzazione mistificata” in pieno accordo con Clinton. Poi la Guerra in Iraq e via discorrendo. In Italia l’Ulivo e i DS , in larga parte accettarono tale impostazione culturale adattandola all’Italia . Anche altri partiti furono influenzati dal blairismo,chi più chi meno. Solo il Psf di Jospin seguì una strada diversa e più consona ai valori socialisti (di Hollande , lasciamo perdere…)Facciamo un passo indietro , in Italia. Craxi (al netto delle sue colpe) era radicalmente diverso da Tony Blair, al contrario di De Michelis che, in parte lo precorreva , con le sue giaculatorie irritanti sulla “modernizzazione” e l'”azienda Italia” (Ruffolo diceva che era un concetto stupido) ..non è un caso che diversi uomini della cerchia di De Michelis sono in Forza Italia (mi hanno detto, lo stesso Parisi) …insomma costui era già prima del 1989 ben fuori dal socialismo; Nencini (De Michelis in sedicesima) lo stesso. Veniamo all’oggi. Scartando il caso americano (anche se Sanders è un fatto storico), il socialismo di sinistra di Corbyn, di Costa, Tsipras , parte di Podemos e la sinistra Psoe , Hamon in Francia , con l’aggiunta della tematica ecologica e della lotta per la pace, è il nucleo dove si possono costruire le basi di una nuova sinistra, tenendo conto del fallimento storico del comunismo (sono ormai 26 anni) e della necessità di costruire un progetto di società alternativo a quello del capitalismo tecno-finanziario ed alla sua cultura distruttiva della società e delle enormi diseguaglianze di potere e reddito che produce…se lo dice Papa Francesco….che a me piace. Del resto Corbyn è proposta ed è reazione al blairismo….ai blairiani di varia etnia possiamo solo ripetere quello che diceva Gesù “lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”.
Giuseppe Giudice